martedì 3 febbraio 2009

A Egon Schiele


Autoritratti su autoritratti dipingerò

con la mia penna cercando gesti e visi

che mi fanno ciò che sono e che sarò,

ricerca mai compiuta di spigoli e colori,

pugni e spine negli occhi borghesi che non vogliono

vedere il mio Io come il Tuo mai non vollero.

Corpi contorti e allacciati a disperdere

ricordi tristi di addii e separazioni

come fredde lame nella nostra storia,

coltelli e frecce nella carne e

negli occhi che dipingeranno solo

ciò che non vedono se non con lo stomaco

e lo spirito che abita nella tavolozza

dell’ instancabile cerebro affaticato.

Sempre dipingerò l’ orrore, come Tu

facesti coi colori, con le parole i gesti

e gli urli d’ isterico e ossessionato.

Che possa vivere io come Tu vivesti

e morire fiero dell’ opera mia, come fosti

tu della Tua.

E la febbre mi porti via.



PS:nel caso dalla poesia non si capisse abbastanza, rimarco il fatto che Schiele è decisamente il mio pittore preferito !