
Autoritratti su autoritratti dipingerò
con la mia penna cercando gesti e visi
che mi fanno ciò che sono e che sarò,
ricerca mai compiuta di spigoli e colori,
pugni e spine negli occhi borghesi che non vogliono
vedere il mio Io come il Tuo mai non vollero.
Corpi contorti e allacciati a disperdere
ricordi tristi di addii e separazioni
come fredde lame nella nostra storia,
coltelli e frecce nella carne e
negli occhi che dipingeranno solo
ciò che non vedono se non con lo stomaco
e lo spirito che abita nella tavolozza
dell’ instancabile cerebro affaticato.
Sempre dipingerò l’ orrore, come Tu
facesti coi colori, con le parole i gesti
e gli urli d’ isterico e ossessionato.
Che possa vivere io come Tu vivesti
e morire fiero dell’ opera mia, come fosti
tu della Tua.
E la febbre mi porti via.
PS:nel caso dalla poesia non si capisse abbastanza, rimarco il fatto che Schiele è decisamente il mio pittore preferito !
3 commenti:
Era anche la mia passione in gioventù, insieme a Klimt.
In gioventù perchè ora non ti piace più ? Scherzi a parte, grazie di aver letto, e grazie di conoscere il vecchio Egon, non è proprio cognito all' universo mondo...cmq, se vuoi la mia, a Klimt gli mangiava un po' in testa,e guarda che Klimt mi piace ! Di quella allegra combriccola c era anche quell altro matto di Kokoschka...disturbato come pochi !
Voglio pensare che ‘La Spagnola’ che l’ha portato via sia stata così di fretta da non dare nemmeno un’occhiata distratta ai suoi disegni, dove la matita dava traccia a corpi che erano vivi della vita che portava sulla sua punta, rubata e fatta rivivere sul foglio, disegnata appena.
E intera. E leggera.
Altrimenti ce lo avrebbe lasciato ancora un po’, a rubare di lapis e vivi corpi di donna che chiamano sensuali perché tu ti ci disegni, anche tu, disteso sul foglio, assieme a loro.
Posta un commento